lunedì 5 luglio 2010

L’ASSESSORE E L’ABORTO

Basta con gli uomini che sentenziano di aborto, non ne possiamo più.
Non ne possiamo più di uomini che pensano di stare dalla parte giusta, con il cravattino inamidato e il codino nascosto.
L’assessore Silli del Comune di Prato, impaurito dalle notizie su cliniche di mammane cinesi a Prato, dove le donne vengono massacrate, farebbe meglio a riflettere e a farsi alcune domande.
Perché ci sono le cliniche delle mammane cinesi?
Ha chiesto o no l'assessore alle cinesi cattive e scellerate se sono contente di questo metodo contraccettivo? Sono tutte contente e felici del metodo della calza in vagina tre o quattro volte di seguito?
Pensa lui veramente, con il suo seminario sull’aborto (invece di partecipare ad Altermundi), invitando due signore cinesi, di invertire la pratica?
Non è forse meglio capire perché accade questo invece che fare una campagna falsamente moralizzatrice e forse dispendiosa (quanto costerà il seminario per 'convertire' le cinesi?)

Perché poi si confonde una manifestazione, Altermundi, che certo non è mai stata la migliore organizzazione del mondo per l’integrazione, con la questione dell’aborto clandestino da parte delle donne migranti?
Che modo di ragionare è? Che comunicazione confusa e ambigua (‘fin troppo diversamente interessata’) è mai questa?


Basta con questi politici portatori di una ideologia falsamente moralista, sostanzialmente misogina, che poi riversano la colpa dell'aborto sulle donne ( non vi fate ingannare dall'articolo sotto, dove si parla di colpa dei mariti solo perché gliel'abbiamo fatto notare nel nostro precedente intervento).
COME SE LE DONNE RIMANESSERO INCINTE DA SOLE!
Psicologicamente parlando Freud e altri avrebbe molto da dire e scoprire su questo modo di fare politica di alcuni uomini, su concezioni sessuofobe di stampo confessionale, per cui: le donne fanno il male; gli uomini giudicano (e si assolvono), e se possono puniscono.

Se faranno il seminario il 6 novembre, noi di Primavera di Prato ci saremo e faremo sentire la nostra voce.
(Abbiamo già parlato di questo argomento a maggio: cfr. Abortire a Prato)

IMMIGRAZIONE IL COMUNE HA DECISO DI USCIRE DAL PROGETTO DI INTEGRAZIONE
Alter Mundi, rottura Silli-Provincia
L’assessore: «Servono dialogo e confronti seri. Il primo sull’aborto»
«DOPO gli ultimi avvenimenti e soprattutto dopo una lunga riflessione durata un anno sulle politiche dell’immigrazione e dell’integrazione, il Comune di Prato ha deciso di uscire dal progetto «Alter Mundi» coordinato da alcuni anni dalla Provincia». A rendere ufficiale la rottura è l’assessore, Giorgio Silli che sottolinea: «Il progetto avrebbe potuto dare dei frutti se costruito in maniera diversa. Credo — afferma l’assessore all’integrazione Silli — che difficilmente si possano impostare politiche per l’integrazione basate su cene e feste etniche dove, purtroppo sono presenti solo pochi migranti e molte persone italiane fin troppo diversamente interessate. Purtroppo la situazione finanziaria attuale non ci permette di investire alcune migliaia di euro per questa iniziativa». Diversa è dunque la scelta dell’amministrazione. «Sarà cura del Comune organizzare invece alcuni incontri dibattito, come prosecuzione dei progetti stimolati da questo assessorato, dove potrà avvenire realmente il confronto fra politica locale e comunità migranti attraverso il dialogo — aggiunge — Ci saranno confronti per stimolare l’integrazione economica attraverso la legalizzazione dei distretti paralleli e per discutere di integrazione attraverso gli strumenti urbanistici a disposizione. Sono sicuro che, stando agli avvenimenti degli ultimi giorni, sia, adesso più che mai, indispensabile, fra le altre iniziative, un grande convegno nazionale dove fare formazione ed informazione riguardo gli eccessivi aborti ascrivibili a donne migranti. Questo è un grave problema di natura culturale. Vi sono donne che abortiscono perché obbligate dai mariti, altre, come ad esempio una parte delle donne cinesi che utilizzano l’aborto come metodo contraccettivo e si trovano ad abortire 3- 4 volte di seguito (in Cina è permesso abortire fino all’ottavo mese di gravidanza). Per questo sto pensando al 6 novembre come data semidefinitiva, per portare a Prato alcuni personaggi di fama nazionale, di area cattolica e non, per creare in incontro fra diverse culture in modo da far passare il messaggio che l’aborto, per libero che sia, non può e non deve in alcun modo essere considerato come metodo di pianificazione familiare». Il convegno sarà’ costruito dall’assessore Silli insieme ai colleghi Mondanelli e Pieri. E il prossimo 12 luglio si terrà il primo incontro sulla mediazione dei conflitti interculturali, nel salone consiliare del Comune che vedrà fra i relatori il presidente del tribunale Genovese, il presidente dell’ordine degli avvocati Lamberto Galletti, il presidente del collegio dei periti industriali Fornasini. «Lo scopo è quello di creare mediazioni indispensabili al fine di rendere meno difficile la convivenza fra cittadini italiani e stranieri e di alleggerire il lavoro del tribunale di Prato. Rinnovo comunque apertura a una collaborazione, seppur esterna, con la Provincia». (La Nazione)

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