Nel misero dibattito sulla cultura di questa città e forse della Regione Toscana e forse dell’Italia, osservo questo:
che ormai la cultura viene vista solo e sempre come ‘impresa’: Officina Giovani a Prato – nata tutt’altro che per creare ‘impresa’, oggi intende offrire la possibilità ai giovani di fare impresa (il progetto finanziato si chiama con nome lusingo-ingannatore : L’officina dei talenti – Incubatore d’impresa);
al Nesi – nominalmente assessore alla Cultura della Provincia di Prato – gli è stato attribuito, non a caso, anche la delega allo sviluppo economico;
che ormai la cultura viene vista solo e sempre come ‘impresa’: Officina Giovani a Prato – nata tutt’altro che per creare ‘impresa’, oggi intende offrire la possibilità ai giovani di fare impresa (il progetto finanziato si chiama con nome lusingo-ingannatore : L’officina dei talenti – Incubatore d’impresa);
al Nesi – nominalmente assessore alla Cultura della Provincia di Prato – gli è stato attribuito, non a caso, anche la delega allo sviluppo economico;
alla Festa dell’Unità regionale il PD intitola il dibattito sulla cultura Che impresa la cultura! Il lavoro culturale come motore di sviluppo.
Questo titolo è evidentemente tautologico. Così come le presenze a questo dibattito, previsto per giovedì: di nuovo l’assessore Nesi; e il sempre presente Umberto Cecchi, chiamato a parlare in qualità di presidente della Fondazione Teatro Metastasio di Prato, ma è anche colui che gestisce i dibattiti del martedì col Sindaco Cenni, insomma: meglio sarebbe stato invitare l’assessore alla Cultura del Comune di Prato, Anna Beltrame, che mi sembra in questo senso più competente (laureata in economia!); oppure chi veramente è titolare di ‘imprese’ culturali.
Ma questa gente chiamata a parlare sul palco, che può dire, di impresa culturale? Quando mai ne hanno costituita una? Hanno mai rischiato con i loro soldini?
Ma ancor più sconvolgente, asfissiante, dittatoriale, asservente, satrapesco, è che l’equazione sia cultura=impresa: della cultura si vuol fare solo questo, privandola di ogni significato creativo e per questo rivoluzionario (sia detto in onore alla Rivoluzione Francese di cui oggi è l'anniversario) pro-gettuale, fondativo; dissacratore e innovativo; è poi gravissimo che a una Festa dell’Unità i giovani non siano stati chiamati a parlare, che siano assenti (sono stati buttati fuori anche da Officina Giovani), che insomma gente come Umberto Cecchi lavori per una parte e per l’altra; e così tutti gli altri. Per una parte e per l'altra.
Insomma ormai della cultura è stato creato un Mostro, un Mostro gestito dal potere dall’alto, che, rivestito dall'involucro della parola e del senso dell'impresa, non deve far più paura a nessuno. Deve solo essere capace di 'incassare'.
Questo titolo è evidentemente tautologico. Così come le presenze a questo dibattito, previsto per giovedì: di nuovo l’assessore Nesi; e il sempre presente Umberto Cecchi, chiamato a parlare in qualità di presidente della Fondazione Teatro Metastasio di Prato, ma è anche colui che gestisce i dibattiti del martedì col Sindaco Cenni, insomma: meglio sarebbe stato invitare l’assessore alla Cultura del Comune di Prato, Anna Beltrame, che mi sembra in questo senso più competente (laureata in economia!); oppure chi veramente è titolare di ‘imprese’ culturali.
Ma questa gente chiamata a parlare sul palco, che può dire, di impresa culturale? Quando mai ne hanno costituita una? Hanno mai rischiato con i loro soldini?
Ma ancor più sconvolgente, asfissiante, dittatoriale, asservente, satrapesco, è che l’equazione sia cultura=impresa: della cultura si vuol fare solo questo, privandola di ogni significato creativo e per questo rivoluzionario (sia detto in onore alla Rivoluzione Francese di cui oggi è l'anniversario) pro-gettuale, fondativo; dissacratore e innovativo; è poi gravissimo che a una Festa dell’Unità i giovani non siano stati chiamati a parlare, che siano assenti (sono stati buttati fuori anche da Officina Giovani), che insomma gente come Umberto Cecchi lavori per una parte e per l’altra; e così tutti gli altri. Per una parte e per l'altra.
Insomma ormai della cultura è stato creato un Mostro, un Mostro gestito dal potere dall’alto, che, rivestito dall'involucro della parola e del senso dell'impresa, non deve far più paura a nessuno. Deve solo essere capace di 'incassare'.
Non a caso a Prato c'è il corso di Laurea del Progeas, corso di laurea in progettazione e gestione di eventi e imprese dell'arte e dello spettacolo.
I giovani, poveretti, si illudono di promesse vane. Si gettano inconsapevoli e volenterosi nella bocca del Mostro: sarà l’atrofia completa; il non senso; la beffa. La Morte.
1 commento:
Primavera di Prato, per favore, puoi scrivere un po' piú terra-terra? Sono amico del Nesi, e penso alle difficoltá che avrá nel comprendere quello che hai scritto. É vero che ha la sua bella scrivania in assessorato con molti vocabolari, e che comunque qualcuno glielo spiegherá, ma sappiamo che é completamente intento a leggere e a rispondere alle migliaia di e-mail che gli sono giunte sull'argomento "tagli alla cultura". Temo che uno sforzo cerebrale possa compromettere le sue funzioni vitali e sono preoccupato per lui.
Grazie
Lucifero Tornabuono
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