venerdì 25 marzo 2011

Duchamp e la politica

di Tonguessy

Duchamp inventò l'arte (chiamarla pittura sarebbe riduttivo) ready-made.  La Fontana (orinatoio) rimane a tutt'oggi il più brillante esempio di arte del '900 assieme alla sua Monna Lisa coi baffi.[1] Ready-made: quasi raffazzonato, fatto alla bell'e meglio. Non più ampollose nature morte, ma pezzi di vita quotidiana. Non più Arte ma ready-made: la distanza tra artista e uomo comune viene così azzerata.
E l'uomo comune si domanda quindi se quando piscia nell'orinatoio non stia in realtà facendo Arte. O pisciando sull'Arte. O se sia sempre stata Arte quel coso nei bagni del bar.
Lo stesso processo si sta avverando in politica, grazie all'avvento del politically ready-made. Una volta c'era il politically correct, quell'idiozia che voleva parità di diritti radicalchic. Chiaramente per la legge del contrappasso questa operazione di facciata sanciva l'esistenza di pretese sempre maggiori da una parte e fregature sempre più imponenti dall'altra. Il frutto del politically correct è il politichese, linguaggio ricco di magniloquenti parole ma poverissimo di significati. Non si offende nessuno, non si dice un bel niente. Si diventa così diversamente politici.
Qui trovate un'esempio: [2]
"Il quadro normativo estrinseca il superamento di ogni ostacolo o resistenza passiva al di sopra di interessi e pressioni di parte, evidenziando ed esplicitando, nel rispetto della normativa esistente, la trasparenza di ogni atto decisionale."
Potrebbe essere Napolitano che ci dice che stiamo bombardando Tripoli o la Gelmini che ci informa che le università italiane saranno chiuse a breve.
Ma così come l'homo industrialis ha dovuto cedere il passo all'homo oeconomicus, anche il politically correct deve ora cedere il passo al politically ready-made.
Il politichese ha finito la funzione, ha rimbambito le masse al punto giusto ed ora si può passare alla seconda parte del piano: la quotidianità dei politici al "servizio" delle masse; dove per quotidianità si intendono le demenze di una classe politica ormai completamente fuori bolla, che invece del respiro lungo dei predecessori sa solo offrire i brevi e smorzati respiri tipici di chi è in affanno e soffre di gravi disturbi.
Noi italiani siamo al passo con i tempi, con il nostro premier che si ostina a chiamare comunista chiunque la pensi diversamente da sè stesso, ben sapendo che i comunisti sono spariti dall'Italia all'epoca della Bolognina (o sùbito dopo). Dare poi del comunista a Travaglio o Di Pietro…..
Se volgiamo lo sguardo altrove non troviamo di meglio. La Russia e la Cina con il loro mancato veto alla risoluzione ONU 1973 hanno dato il via al bombardamento libico. Politically ready-made. Diplomazia raffazzonata. Che ci guadagnano da quei bombardamenti? La Cina con un suo veto avrebbe stilato un'alleanza petrolifera molto consistente con Gheddafi. La Russia avrebbe potuto allungare la mano su alleanze importanti con un veto. Invece Putin manda parole pesantissime all'indirizzo USA (e che mettono in affanno anche Medvedev) solo dopo avere sottovalutato il peso della sua astensione.
Gli USA vogliono il comando delle operazioni libiche mentre Francia e Italia si lanciano invettive al vetriolo. La diatriba Sarkozy-Berlusconi trasmuta gli epici scontri tra titani in miserrimi scontri tra nani.
Potenza del ready-made. Ci manca solo Brunetta che abbai contro il postino.
Gli inglesi non stanno certo a guardare e mandano centinaia di militari britannici del Sas, lo Special Air Service, a sostengo dei rivoltosi.
Sicuramente la lezione irachena non è stata sufficiente, e Cameron vuol far vedere a Blair che anche lui sa impantanarsi per bene in operazioni dagli esiti più che incerti.
E' una tipica situazione lose-lose, dove nessuno dei grandi attori internazionali sa esattamente se ne guadagnerà qualcosa in termini geopolitici. Pensateci bene: se lo fanno è per dimostrare qualcosa a sè stessi. A costo di rimetterci tutto, come nel caso dei nostri lucrosi affari libici andati in fumo. Alla faccia della tanto decantata indipendenza energetica voluta e perseguita da Berlusconi. Adesso che la indipendenza energetica è andata in fumo, tutto quel gas chi ce lo darà?
In quanto agli USA, sanno benissimo di non potere aprire un terzo fronte bellico. Perchè quindi sono arrivati a lanciare 110 Tomahawk? Cosa vuole dimostrare Obama? Che si è ben meritato il Nobel per la Pace forse?
La Francia che ci sta guadagnando poi?
Sono convinto che tutta questa pessima messinscena (se non fosse che i morti causati sono veri, purtroppo) stia solo a sancire l'inizio dell'era del politically ready-made, che segue il tramonto del politically correct.
In questo momento non è più importante per i politici dire cose insensate nel nome della par condicio. Adesso è urgente far notare alle masse le proprie problematiche comportamentali, ovvero la propria pendenza psichiatrica.
Il risultato del ready-made ce l'aveva suggerito Duchamp un secolo fa:
chiunque a questo punto può fare Arte, o Politica. Avete messo l'Arte e la Politica in una situazione tale per cui qualsiasi cosa diventa migliore.
Anche un'orinatoio.

[1]http://fiolau.blogspot.com/2006/11/la-fontana-di-duchamp.html
[2]http://www.sandrodiremigio.com/giochi/generatore_frasi_senza_senso.htm

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