lunedì 14 marzo 2011

La mia vita sospesa all'interruttore: quello che tra le altre cose insegna il terremoto del Giappone dell'11 marzo 2011

La domanda è: cosa dicono i nuclearisti Veronesi e i Chicco Testa  alla vigilia della fusione nucleare  negli impianti nucleari giapponesi?
Diranno che l'Italia non è il Giappone, che qui gli impianti sono 'sicuri'? E quello che è successo L'Aquila (e molti se lo sono dimenticato visto che la notizia delle dimissioni del sindaco Cialente non fa notizia), e gli altri innumerevoli disastri italiani, fra cui spiccano terremoti e alluvioni?
E ancora, una piccola riflessione riguardo a questo dipendere assoluto della vita dell'uomo contemporaneo dall'energia. Se questa energia manca, tutto manca. Addirittura il governo giapponese è costretto a emettere moneta contante, perché i bancomat non funzionano, e non funziona la moneta virtuale. Mancando l'energia che mantiene in vita il delicato mondo umbratile computerizzato, si ritorna alla materia. Facebook non funziona più e i saluti che tanti mandano al mattino ai loro amici virtuali, non si possono più mandare. Allora ci si guarda intorno, si guarda ai vari tsunami nella propria vita.
E' questa schiavitù, quella stessa che mi permette di scrivere su questo blog, quella stessa che metto in moto azionando un interruttore...questo mi ricorda il Giappone, che la nostra libertà è piccola e illusoria.
Dipendo dai disastri della Natura e dall'inganno dell'uomo, che mi dice che il traliccio che svetta per le strade serve al mio benessere. Ma se lui casca, casco anch'io.
Dunque l'inganno del benessere come il traliccio è doppio, triplo e obliquo, perché mi dà l'illusione che tutto funzioni e per sempre bene, come mi illudono sulla perfetta eternità della mia vita.
Lettura consigliata, Giacomo Leopardi, una sua opera qualsiasi.

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