venerdì 25 marzo 2011

GLI ETRUSCHI DI PERIFERIA TROVANO CASA

Pubblico un articolo del Prof. Giuseppe Centauro in merito all'apertura del parco-museo etrusco di Carmignano, Prato.  Anche il professore mi sembra perplesso riguardo alla mancata presentazione in Provincia di Prato, come ho osservato ieri su questo blog.

“Ricordate gli “Etruschi di periferia”,  presentati nel 2001 come l’anomalia archeologica pratese. Ebbene questi    “etruschi di periferia” trovano adesso, con buona pace di tutti, la loro ultima dimora in collina. Assistiamo post mortem  di Gonfienti  ad una nuova  diaspora degli etruschi in terra di Toscana, dopo un lungo peregrinare di oltre nove anni si realizza infatti  il Parco archeologico di Carmignano e si apre il nuovo museo di Artimino. Una struttura quest’ultima  che viene a raccogliere oltre ai magnifici reperti rinvenuti sul Montalbano, anche alcuni preziosi frammenti di Gonfienti, che si sommano ad altri oggi variamente dispersi tra Villa Corsini a Castello e i depositi fiorentini . Questi  reperti sono il frutto dei ritrovamenti tratti dagli scavi bisentini, già contestualizzati alle strutture murarie bonificate archeologicamente nell’area dell’interporto . Si tratta comunque, nel caso del parco e del museo,  di realizzazioni lungamente attese dalla comunità che vanno ad occupare uno vuoto espositivo fortemente avvertito da tempo. Salutiamo quindi con  grande senso di responsabilità questa speciale occasione, valutando molto positivamente il fatto che la Regione, dopo l’ambiguo esito del convegno del Pecci del 2006, ritrova gli Etruschi dell’area pratese, ponendoli alla ribalta del grande pubblico intorno ad  un percorso turistico piacevole ed ameno, lontano da zone troppo problematiche. Peccato semmai che la storia e la museografia richiedessero una maggiore attenzione topografica per quei reperti e un maggiore rispetto per il contesto originario. Possiamo beffardamente osservare come  la fortuna dell’ etrusca Artimino, sorta sulle ceneri della città etrusca sul Bisenzio, si ripeta oggi a distanza di 2500 anni. Tanto che la delocalizzazione in altura dei resti dello  sfortunato insediamento di Gonfienti sembra assumere un significato del tutto particolare, da leggere quasi si trattasse di una sorta di “conservazione preventiva”, pensando che avremo a breve l’opportunità di vedere in questi pezzi magistrali dell’antichità  etrusca  i brandelli di una storia troppo spesso negata, pensando in definitiva che è pur sempre meglio averli sotto gli occhi piuttosto che saperli sepolti in qualche recesso dello scalo merci. Applaudiamo allora senza tentennamenti alla celebrazione dell’evento inaugurativo ormai prossimo per l’imminente apertura al pubblico del  parco e del museo.  Intanto oggi si è fatta la presentazione di questo nuovo percorso in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze , non a Prato, come ci si sarebbe aspettato, magari con cerimonia solenne in Provincia e con i cittadini  che fin qui si sono adoperati per la salvezza della città etrusca, ma tant’è. E così ricorderemo che la città di Prato è rimasta fuori  dalla attesa celebrazione della sua più antica origine."
Giuseppe Centauro

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