“Ricordate gli “Etruschi di periferia”, presentati nel 2001 come l’anomalia archeologica pratese. Ebbene questi “etruschi di periferia” trovano adesso, con buona pace di tutti, la loro ultima dimora in collina. Assistiamo post mortem di Gonfienti ad una nuova diaspora degli etruschi in terra di Toscana, dopo un lungo peregrinare di oltre nove anni si realizza infatti il Parco archeologico di Carmignano e si apre il nuovo museo di Artimino. Una struttura quest’ultima che viene a raccogliere oltre ai magnifici reperti rinvenuti sul Montalbano, anche alcuni preziosi frammenti di Gonfienti, che si sommano ad altri oggi variamente dispersi tra Villa Corsini a Castello e i depositi fiorentini . Questi reperti sono il frutto dei ritrovamenti tratti dagli scavi bisentini, già contestualizzati alle strutture murarie bonificate archeologicamente nell’area dell’interporto . Si tratta comunque, nel caso del parco e del museo, di realizzazioni lungamente attese dalla comunità che vanno ad occupare uno vuoto espositivo fortemente avvertito da tempo. Salutiamo quindi con grande senso di responsabilità questa speciale occasione, valutando molto positivamente il fatto che la Regione, dopo l’ambiguo esito del convegno del Pecci del 2006, ritrova gli Etruschi dell’area pratese, ponendoli alla ribalta del grande pubblico intorno ad un percorso turistico piacevole ed ameno, lontano da zone troppo problematiche. Peccato semmai che la storia e la museografia richiedessero una maggiore attenzione topografica per quei reperti e un maggiore rispetto per il contesto originario. Possiamo beffardamente osservare come la fortuna dell’ etrusca Artimino, sorta sulle ceneri della città etrusca sul Bisenzio, si ripeta oggi a distanza di 2500 anni. Tanto che la delocalizzazione in altura dei resti dello sfortunato insediamento di Gonfienti sembra assumere un significato del tutto particolare, da leggere quasi si trattasse di una sorta di “conservazione preventiva”, pensando che avremo a breve l’opportunità di vedere in questi pezzi magistrali dell’antichità etrusca i brandelli di una storia troppo spesso negata, pensando in definitiva che è pur sempre meglio averli sotto gli occhi piuttosto che saperli sepolti in qualche recesso dello scalo merci. Applaudiamo allora senza tentennamenti alla celebrazione dell’evento inaugurativo ormai prossimo per l’imminente apertura al pubblico del parco e del museo. Intanto oggi si è fatta la presentazione di questo nuovo percorso in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze , non a Prato, come ci si sarebbe aspettato, magari con cerimonia solenne in Provincia e con i cittadini che fin qui si sono adoperati per la salvezza della città etrusca, ma tant’è. E così ricorderemo che la città di Prato è rimasta fuori dalla attesa celebrazione della sua più antica origine."
Giuseppe Centauro
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